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Principi generali di prevenzione incendi
 

Con il termine "Prevenzione Incendi", si intende in genere definire una serie di attività e dispositivi atti a ridurre le possibilità dl innesco dell'incendio e nel caso di un suo sviluppo contenerne gli effetti, ed assicurare l'evacuazione degli occupanti e la sicurezza delle squadre di soccorso.

Per quanto riguarda i "dispositivi" di prevenzione incendi distinguiamo due concetti progettuali diversi:

bullet• la protezione attiva che riguarda tutti quei dispositivi che innescano dei meccanismi di protezione antincendio, quali E, esempio estintori, idranti, sprinkler, evacuatori di fumo e calore, rilevatori.
bullet• la protezione passiva che riguarda la progettazione edilizia dell'edificio, attuando tecniche costruttive e materiali atti a ridur­re le possibilità di innesco degli incendi, attraverso l'utilizzo di materiali non infiammabili o meglio non combustibili e nel caso di un suo sviluppo contenerne la propagazione attraverso una progettazione mirata all'utilizzo di strutture resistenti al fuoco e l'individuazione di compartimenti resistenti al fuoco.

 

L'incendio
 

Affinché si sviluppi un incendio devono verificarsi le seguenti condizioni: - la presenza di materiale combustibile

bullet- la presenza di ossigeno
bullet- il raggiungimento della temperatura di innesco del materiale.

Se queste condizioni sono verificate, l'energia liberata provoca un innalzamento della temperatura fino a valori limite; al raggiungimento dei valori limite, tutti i materiali infiammabili depositati nei locali si incendiano (passaggio a fiamma o flash-over). Il comportamento all'incendio dei materiali e degli oggetti presenti è di grande Importanza sia nella fase di ignizione che di flash-over. Nel comportamento al fuoco dei materiali si prendono in considerazione infiammabilità, diffusione di fiamma e alimenta­zione dell'Incendio. In seguito al passaggio di fiamma si passa all'incendio generalizzato. In questa fase si prende in considerazione la struttura de componenti edili e i loro tempi di resistenza al fuoco. In pratica viene coinvolto il comportamento al fuoco dell'edificio nel suo complesso. Nella fase di raffreddamento ci sono ancora rischi che però non hanno incontrato attenzione nei metodi di prova. Nello schema riportato è Illustrata la dinamica dell'incendio.

La durata di un incendio e la sua espansione in un edificio vengono rappresentate con diagrammi temperatura - tempo. Su tale andamento influiscono:
bullet- il carico d'incendio (tipo, quantità e disposizione )
bullet - il tiraggio (afflusso) d'aria
bullet- le dispersioni di calore dei componenti edili interessati (prodotte dalle aperture e dalla geometria dei vani)

 

Protezione Antincendio
La normativa internazionale e italiana considera due concetti fondamentali: la Reazione e la Resistenza al fuoco. II concetto _: Reazione al fuoco esprime l'esigenza di intervenire nella fase di innesco dell'incendio in funzione della infiammabilità dei mate­riali. II concetto di Resistenza al fuoco esprime invece l'esigenza di intervenire nella fase dell'incendio generalizzato attravers= la progettazione di strutture e componenti edilizi che abbiano una resistenza al fuoco in funzione del potere calorifico e de _ quantità dei materiali combustibili presenti nell'edificio.

 

Reazione al fuoco
La Reazione al fuoco è definita come "il grado di partecipazione di un materiale al fuoco cui viene sottoposto". In Italia è disciplinata dal D.M. 26-06-84 "Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi '= D.M. 03-09-2001 i quali classificano i materiali come nella tabella sottoriportata e ne determinano le modalità di prova.
Classi di reazione al fuoco come definite dal D.M. 26/06/1984
Classe Definizione
0 Materiale incombustibile
1 Materiale non infiammabile
2 Materiale difficilmente infiammabile
3 Materiale mediamente infiammabile
4 Materiale facilmente infiammabile
5 Materiale altamente infiammabile

Tale decreto e' stato recentemente sostituito dal DECRETO 10 marzo 2005 "Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio" che definisce le nuove classi di reazione al fuoco recependo direttive europee 89/106/CEE del 21 dicembre 1988, distinguendo prodotti utilizzati per uso parete, sofffitto e pavimento.

Classi di reazione al fuoco pareti e soffitti secondo EX 13501/1
Classe Norma
A1 EN ISO 1182 EN ISO 1716
A1-s1-d0

A1-s2-d0

A1-s3-d0

A1-s1-d1

A1-s2-d1

A1-s3-d1

A1-s1-d2

A1-s2-d2

A1-s3-d2

EN ISO 1182 EN ISO 1716 EN 13823
B-s1-d0

B-s2-d0

B-s3-d0

B-s1-d1

B-s2-d1

B-s3-d1

B-s1-d2

B-s2-d2

B-s3-d2

EN 13823 EN ISO 11925
C-s1-d0

C-s2-d0

C-s3-d0

C-s1-d1

C-s2-d1

C-s3-d1

C-s1-d2

C-s2-d2

C-s3-d2

EN 13823 EN ISO 11925-2
D-s1-d0

D-s2-d0

D-s3-d0

D-s1-d1

D-s2-d1

D-s3-d1

D-s1-d2

D-s2-d2

D-s3-d2

EN 13823 EN ISO 11925-2
E EN !SO 11925-2
E-d2 EN ISO 11925-2
F Reazione al fuoco non determinata
 Classi di reazione al fuoco pavimenti secondo EN 13501/1
Classe Norma
A1FL

EN ISO 1182 EN ISO 1716

A2FL-S1 A2FL-S2

EN ISO 1 182 EN ISO 1716 EN ISO 9239-1

BFL-S1 BFL-S2

EN ISO 9239-1 EN ISO 11925-2

CFL-S1 CFL-S2

EN ISO 9239-1 EN ISO 11925-2

DFL-S1 DFL-S2

EN ISO 9239-1 EN ISO 11925-2

EFL

EN ISO 11925-2

Efl

EN ISO 11925-2

F

Reazione al fuoco non determinata

   

Ad Alcuni materiali riportati negli elenchi di cui all'allegato C) del Decreto sopranpcratc e attr nuda la classe di reazione al fuoco ivi specificata senza che debbano essere sottoposti all'esecuzione delle relat:ve pro. e o reazione al fuoco.

ELENCO DEI MATERIALI DA CONSIDERARE COME APPARTENENTI ALLE CLASSI A1 E Al 411 DI REAZIONE AL FUOCO DI CUI ALLA DECISIONE 2000/147/CE SENZA DOVER ESSERE SOTTOPOSTI A PROVE

MATERIALE OSSERVAZIONI
Argilla espansa  
Perlite espansa  
Vermiculite espansa  
Lana di roccia  
Vetro multicellulare  
Calcestruzzo Include il calcestruzzo pronto per l'uso e prodotti prefabbricati in cemento armato o in calcestruzzo compresso
Calcestruzzo in granuli (granulati minerali leggeri a bassa densità. ad eccezione dell'isolamento termico integrale)

Può contenere aggiunte e additivi (come le ceneri volanti) pigmenti e altri materiali. Comprende elementi prefabbricati

Elementi in cemento cellulare trattati in autoclave

Elementi costituiti di leganti idraulici, come il cemento e/o la calce mescolati a materiali fini (materiali silicei, ceneri volanti, loppa dl altoforno) e materiali cellulari. Comprende elementi prefabbricati.

Fibrocemento  
Cemento  
Calce  
Loppa di forno/ceneri volanti  
Aggregato minerale  
Ferro, acciaio e acciaio inossidabile Non in forme finemente sminuzzate
Rame e leghe di rame Non in forme finemente sminuzzate
Zinco e leghe di zinco Non in forme finemente sminuzzate
Alluminio e leghe di alluminio Non in forme finemente sminuzzate
Piombo Non in forme finemente sminuzzate
Gesso e malte a base di gesso

Può comprendere additivi (ritardanti, materiali di riempimento, fibre, pigmenti, calce idrata, agenti dl ritenuta dell'aria e dei acqua, plastificanti), aggregati compatti (per esempio sabbia naturale o fine) o aggregati leggeri (per esempio perlite o vermiculite)

Malta con agenti leganti inorganici

Malte per rinzaffo e intonaco, malte per massetti e malte per murature contenenti uno o piu' agenti leganti inorganici, quali cemento, calce, cemento per murature e gesso.

Elementi in argilla

Elementi in argilla o in altre materie argillose che contengono o meno sabbia, combustibili o altri additivi. Comprende mattoni, pavimenti in mattonelle ed elementi in argilla refrattaria (per esempio rivestimenti interni dei camini)

Elementi in silicato di calcio

Elementi fabbricati a partire da un miscuglio di calce e di materiali naturalmente silicei (sabbia, ghiaia. rocce o miscuglio di questi materiali). Possono includere pigmenti colorati.

Prodotti in pietra naturale o in ardesia

Elementi in ardesia o in pietre naturali lavorate o non (rocce magmatiche, sedimentarie o metamorfiche).

Elementi in gesso

Comprende blocchi e altri elementi a base di solfato dl calcio e di acqua contenenti eventualmente fibre, materiali di riempimento, aggregati e altri additivi, può essere colorato con pigmenti.

Mosaico alla palladiana Include mattonelle prefabbricate e pavimentazione in sito.
Vetro Vetro temprato, vetro temprato chimicamente, vetro stratificato e vetro armato.
Vetroceramica Vetroceramica che comprende una fase cristallina e una residua.
Ceramica

Comprende i prodotti in polvere di argilla pressata, i prodotti estrusi, vetrificati o meno.

 

MATERIALI DA COSTRUZIONE AI QUALI È ATTRIBUITA, SENZA DOVER ESSERE SOTTOPOSTI A PROVE, LA CLASSE DI "REAZIONE AL FUOCO" IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE TECNICHE SPECIFICATE

PANNELLI A BASE DI LEGNO - CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO
Pannelli a base di legno

Riferimento al grado del prodotto nella norma europea (NE)

Densítà minima (Kg/mc)

Spessore minimo

Classe x pareti e soffitti

Classe per pavimenti

Pannelli Agglomerati EN 312 600 9 D-s2-d0 DFL-s1
fibre di legno duro EN 622-2 900 6 D-s2-d0 DFL-s1
fibre dl legno medio EN 622-3 600 9 D-s2-d0 DFL-s1
400 9 E, pss EFL
fibre di legno dolce EN 622-4 250 9 E, pass EFL
Pannelli di Fibre MDF EN 622-5 600 9 D-s2-d0 DFL-s1
Pannelli agglomerati con cemento EN 634-2 1000 10 B-s1 -d0 BFL-s1
OSB EN 300 600 9 D-s2-d0 DFL-s1
Compensato EN 636 400 9 D-s2-d0 DFL-s1
Pannelli in legno massiccio EN 13353 400 12 D-s2-d0 DFL-s1
PANNELLI DI CARTONGESSO - CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO
    Anima di gesso    
Pannelli in cartongesso Spessore nominale dei pannelli (mm) Peso Classe di reazione al fuoco Grammatura della carta (g/mq) Classe (esclusi materiali da pvimento)
Conforme alla EN 520 (escluso pannelli perforanti) > = 9,5 >= 600 A1 = < 220 A2-s1-d0
> 12.5 > = 800   < 220 =< 300 B-s1-d0

Ai fini dell'impiego nelle opere in cui è prescritta la classe di reazione al fuoco, i prodotti devono:

 essere muniti della marcatura CE e la classe di reazione al fuoco deve essere riportata nelle informazioni che accompagnano la marcatura CE e nella documentazione di cui all'art. 10 del decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993, e successive modifiche.

per i prodotti per i quali non è applicata la procedura ai fini della marcatura CE - in assenza di specificazioni tecniche durante il periodo di coesistenza - l'impiego nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi è subordinato all'omologazione rilasciata ai sensi dell'art. 8 del decreto del Ministro dell'interno 26 giugno 1984 e successive modifiche, ovvero alle certificazioni emesse ai sensi dell'art. 10 del decreto medesimo.

per i prodotti di cui al precedente allegato "C" qualora non sia ancora applicabile la procedura ai fini della marcatura CE - in assenza delle specificazioni tecniche - non è richiesta l'omologazione fatto salvo l'obbligo del produttore di rilasciare - apposita dichiarazione di conformità del prodotto alle caratteristiche di cui agli elenchi dello stesso allegato "C".

Ai fini di adeguare le prescrizioni normative italiane alla nuova classificazione è stato emanato il cosiddetto "decreto ponte" - DECRETO 15 marzo 2005 "Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo".  Tale decreto fornisce le tabelle di equivalenza tra la vecchia a la nuova normativa oltre a fornire prescrizioni più dettagliate.

 

Tabelle di equivalenza decreto ponte
Classe italiana Classe europea Classe europea per le vie d'esodo
Classe 0 A1 FL A1 FL
Classe 1 A2FL-S1 A2FL-S2 , BFL-S1 , BFL-S2 A2FL-S1 , BFL-S1
Classe 2 CFL-S1 , CFL-S2
Classe 3 DFL-S1 , DFL-S2
 

Tabella 2 - Impiego a parete

Classe italiana Classe europea Classe europea per le vie d'esodo
Classe 0 A1 A1L A1-A1L
Classe 1 A2-s1-d0

B-s1-d0

A2-s2-d0

B-s2 -d0

A2-s3-d0

B-s1-d1

A2-s1-d1

B-S2-d1

A2-s2-d1 A2-s3-d1 A2-s1-d0

B-s1-d0

A2-s2-d0

B-s2-d0

A2-s1-d1

B-s1-d1

A2-s1-d1
Classe 2 A2-s1-d2

B-s3-d0

C-s1-d0

A2-s2-d2

B-s3-d1

C-s2-d0

A2-s3-d2

B-s1-d2

C-s1-d1

B-s2-d2

C-s2-d1

B-s3-d2    
Classe 3 C-s3-d0

D-s1-d0

C-s3-d1

D-s2-d0

C-s1-d2

D-s1-d1

C-s2-d2

D-s2-d1

C-s3-d2    
 

Tabella 2 - Impiego a soffitto

Classe italiana Classe europea Classe europea per le vie d'esodo
Classe 0 A1 A1L A1-A1L
Classe 1 A2-s1-d0

B-s1-d0

A2-s2-d0

B-s2 -d0

A2-s3-d0 A2-s2-d1 A2-s3-d1   A2-s1-d0

B-s1-d0

A2-s2-d0

B-s2-d0

   
Classe 2 B-s3-d0 B-s1-d1 B-s2-d1 B-s3-d1 C-s1-d0 C-s2-d0  
Classe 3 C-s3-d0 C-s1-d1 C-s2-d1 D-s1-d0 D-s2-d0    
Per i materiali isolanti vengono fornite una serie di prescrizioni in relazione all'impiego in vie d'esodo oppure in altri ambienti e in base al tipo di posa in opera con materiale isolante "direttamente esposto alle fiamme" o "non direttamente esposto alle fiamme" oppure se il paramento possiede caratteristiche di resistenza al fuoco EI 30.

 

La resistenza al fuoco

Per Resistenza al fuoco si intende l'attitudine di un elemento da costruzione, a conservare per un periodo determinato la resistenza meccanica "R", la tenuta ai fumi e alle fiamme "E" e l'isolamento termico "I". In Italia la resistenza al fuoco è disciplinata dalla "Circolare n. 91 del 14/09/1961 del Ministero dell'Interno Direzione Generale dei Servizi Antincendio, tale norma disciplina le modalità sperimentali da eseguirsi su ogni manufatto edilizio ad eccezione delle porte, le quali sono regolamentate dal D.M. 14!12/1993, (che recepisce la norma UNI 9723): le porte, sono gli unici manufatti, nel settore della resistenza al fuoco, soggetti ad omologazione ministeriale.

La "Circolare 91 " fornisce la curva Temperatura-Tempo a cui esporre i manufatti oggetto di prova. La classificazione avviene sostanzialmente secondo il tempo di resistenza al fuoco del componente o elemento della costruzione. I criteri in base ai quali viene considerato raggiunto il tempo di resistenza al fuoco sono dati dalla perdita di capacità strutturale "R", dalla rottura della continuità dell'elemento, con perdita di tenuta "E" e dall'aumento della temperatura della superficie del componente opposta a quella esposta al fuoco, con perdita del requisito di isolamento "I" (temperatura media limite di 150 C°). La sigla REI è stata introdotta successivamente alla "Circolare 91", con la Lettera Circolare del 20/11/'1982 e successivamente resa operativa col D.M. 30/11/1983 "Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi".

In base al tipo di componente edilizio vengono determinate le caratteristiche sopracitate, ad esempio: • per gli elementi strutturali (travi pilastri e coperture)si determina la sola caratteristica "R"

• per alcuni setti la caratteristica "RE"

• per elementi di compartimentazione la caratteristica "REI".

Classi di resistenza al fuoco

Classe di resistenza al fuoco R, RE o REI

Resistenza al fuoco in minuti

15 > 15
30 > 30
45 > 45
60 > 60
90 > 90
120 > 120
180 > 180

Curva di riscaldamento "circolare 91" del 14/09/1961

 

Metodi per la determinazione sperimentale delle classi di resistenza al fuoco

I metodi consentiti dalla normativa italiana per la determinazione della resistenza al fuoco delle strutture e dei componenti  sono 3:

bullet

metodo Sperimentale 

bullet

metodo Tabellare 

bullet

metodo Analitico

METODO SPERIMENTALE

Le prove devono essere eseguite in laboratori espressamente autorizzati dal Ministero dell'interno ed eseguite in conformità alla "Circolare 91" del 14/09/1961. La certificazione della Classe di Resistenza al Fuoco si riferisce al campione sottoposto a prova, nelle dimensioni indicate al punto 2.4 della Circ. 91: tale campione è ritenuto rappresentativo degli elementi di effettivo =no nella costruzione. Il certificato rilasciato da un laboratorio autorizzato dal M.I. non ha scadenza, e non è soggetto ad omologazione, non costituendo per quanto detto una autorizzazione a riprodurre il campione provato in base alla norma UNI 9723. Fanno eccezione, come sopra riportato, i componenti di chiusura (porte), per i quali sono previste prove, criteri dimensionali  per l'estensione dei risultati ed una procedura omologativa: in pratica è necessario omologare il sistema completo costituito dal serramento e dal supporto al quale è fissato, con l'obbligo di eseguire la posa in opera utilizzando tutto ciò (sistemi e materiali) che è previsto nel certificato di prova.

METODO TABELLARE

La "Circolare 91 " del 14/09/1961 fornisce una serie di tabelle che riportano i valori di resistenza al fuoco di diversi componenti in assenza di prove sperimentali:

bullet

pareti - tabella 2 - (i valori riportati sono da considerarsi come classi di resistenza al fuoco "REI")

bullet

solai - tabella 3 - (i valori riportati sono da considerarsi come classi di resistenza al fuoco "REI")

bullet

travi ed elementi soggetti a flessione e trazione - tabella 4 - (i valori riportati sono da considerarsi come classi di resistenza al fuoco "R")

 

TABELLA 2 - "Circolare 91" 14-09-1961 - Spessori delle pareti tagliafuoco

 

 

Tipo di parete

Spessore minimo in cm, escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici

15

30

45

60

90

120

180

Laterizi pieni con intonaco normale

6

13

13

13

26

26

26

Laterizi pieni con intonaco isolante

6

6

6

13

13

26

26

Laterizi forati con intonaco normale

6

10

14

20

30

30

30

Laterizi forati con intonaco isolante

6

6

6

10

10

14

20

Calcestruzzo normale

8

8

10

10

10

12

16

Calcestruzzo leggero (con isolante tipo pomice, perlite, scorie o simili)

8

8

8

8

8

10

10

 

NOTA: Per intonaco Isolante s'intende un intonaco a base di gesso, vermiculite, perlite o simili Gli spessori di intonaco isolante su laterizi forati dovranno. t­e ,,arie classi, corrispondere al valori previsti nella tabella 5, mentre per I laterizi pieni gli spessori  saranno ridotti alla metà del valori della stessa tabella

TABELLA 3 - "Circolare 91" 14-09-1961 - Spessore minimo dei solai

 

Spessore minimo comprensivo della coppa dei pavimento non combustibile e dei soffitto quando questo è applicato alla soletta, espresso in cm per le seguenti classi di edifici

Tipo di struttura

15

30

45

60

90

120

180

SOLETTA IN C.A.

 

intonaco normale (1,5 cm)

10

10

12

14

16

20

20

intonaco isolante (1,5 cm)

10

10

12

14

14

16

16

idem con soffitto sospeso

8

8

10

12

12

14

14

SOLAIO IN LATERIZIO ARMATO

 

Intonaco normale (1,5 cm)

16

16

20

24

24

30

30

Intonaco Isolante (1.5 cm)

14

14

18

18

20

24

24

Idem con Soffitto sospeso

12

12

16

16

18

22

22

ELEMENTI IN C.A. PRECOMPRESSO

 

intonaco normale (1,5 cm)

16

16

20

24

24

30

30

Idem con intonaco isolante (1,5 cm)

14

14

18

2 0)

24

24

24

Idem con soffitto sospeso

12

12

16

16

18

22

22

NOTA: Lo spessore del rivestimento dell'armatura in acciaio pre-teso non deve essere Inferiore né al minimo prescritto dal Regolamento per le opere in c.a. (3 cm) nè allo allo spessore specificato per le singole classi dalla Tabella 4 per l'intonaco di cemento.

TABELLA 4 - "Circolare 91" 14-09-1961 - Spessori minimi di rivestimento per elementi sollecitati a flessione o trazione

 

Spessore minimo in cm, escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici

Tipo di struttura

15

30

45

60

90

120

180

Travi principali e secondarle

(1)

(2)

(3)

(3)

(3)

(3)

(3)

SOLAI METALLICI CONTINUI

 

con riempimento in calcestruzzo e senza intonaco

(4)

(5)

(5)

(5)

(5)

(5)

(5)

Idem con vernice isolante

(4)

(4)

(5)

(5)

(5)

(5)

(5)

idem con intonaco normale

0

2,00

2,50

3,25

4,50

 

 

Idem con intonaco isolante

0

1,00

1,75

2,50

3,00

3,70

4,50

Idem con intonaco normale sospeso

0

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

Idem con intonaco isolate sospeso

0

1,00

1,50

2,00

2,25

2,75

3,00

idem con soffitto isolante sospeso

0

0,75

1,50

2,00

2,25

2,75

3,OC

NOTA: (1) nessun rivestimento - (2) nessun rivestimento se le ali sono riempite con calcestruzzo di cemento (3) rivestimento pari almeno al 85% dello spessore richiesto per le colonne - (4) ammesso - (5) escluso

TABELLA 5 - "Circolare 91" 14-09-1961 - Spessore dei rivestimenti da applicarsi alle strutture metalliche

 

Spessore minimo in cm, escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici

Tipo di rivestimento

15

30

45

60

90

120

180

Osservazioni

Vernici isolanti autoespandenti

(2)

(3)

(1)

(1)

(1)

(1)

(1)

Tipi da determinare

Semplice riempimento in calcestruzzo tra le ali e nell'interno di una sezione chiusa (profilati e tubi)

(2)

(3)

(1)

(1)

(1)

(1)

(1)

 

Intonaco di cemento , cemento/calce, calce/gesso su rete o  metallo stirato

0

2,00

2,50

3,25

4,50

5,75

 

Rapporti di miscelazione con sabbia:

bullet

1:5 fino 1:4

bullet

1:0 fino 2:3

bullet

1:0 fino 2:3

INTONACO DI:

sabbia/gesso

0

1,50

2,25

3,00

4,25

5,25

 

1:1 fino a 3:

vermiculite/gesso

0

1,75

2,25

2,50

3,25

3,75

5,25

 1:4

vermicu1ite/cemento

0

1,25

1,75

2,25

3,00

3,75

4,75

 1:4

perlite/ gesso su rete o metallo stirato

0

1,25

1,50

2,00

3,00

3,75

5,75

 1:4

Intonaco di amianto su rete Stauss o direttamente sull'acciaio

0

0,5

1

1,75

2,75

4

6,25

 

Miscela di fibre minerali su lamiera striata

0

1,25

1,75

2,25

4

5,25

7,75

 

Lastre di gesso

0

0,75

1,75

3

5

7,25

8

 

INTONACO DI:

cemento/vermiculite

0

1,75

2,25

2,50

3,00

4,00

5,50

 

calcestruzzo leggero (come da tabella 2)

0

1,75

2,15

2,50

3,00

4,00

5,00

 

lastra fibra di amianto

0

1,50

2,00

2,50

3,00

4,00

5,00

 

mattoni forati a più serie di fori

0

5,50

8,00

8,00

9,00

10,00

13,00

 

mattoni forati ad una serie di fori

0

6,50

7,50

8,50

10,75

12,75

 

 

elementi in in conglomerato leggero

0

2,50

2,50

2,50

4,00

5,25

8,00

 

elementi in vermiculite/cemento

0

1,50

2,00

2,50

3,00

4,00

5,00

 

lastre ed elementi in gesso

I 0

I 1,00

I 2,00

I 2,50

I 3,00

I 3,50

I 4,00

 

calcestruzzo normale

0

1,50

2,50

I 3,00

I 3,50

I 4,50

I 6,00

 

,NOTA :  (1)Escluso - (2) Non occorre - (3) Sufficiente

ALTRE TABELLE

Tabelle costruite su dati sperimentali o su calcoli analitici, sono valide per un'ampia casistica di elementi.

METODO ANALITICO

Col D.M. 04/05/1998 i metodi analitici sono entrati a fa parte dei metodi per la certificazione della resistenza al fuoco delle  strutture. Citiamo le norme:

bullet

UNI 9502 per le strutture in conglomerato cementizio normale e precompresso 

bullet

UNI 9503 per le strutture in acciaio

bullet

UNI 9504 per le strutture in legno

Tale metodologia puo' essere utilizzata solamente da tecnici iscritti negli elenchi del Ministero dell'Interno di cui alla Legge n. 818 del 07/'12/1984 e relativo D.M. 25/03/1985

 

MODALITA DI CONTROLLO DELL'APPLICAZIONE PER SISTEMI LASTRE - UN! 10898-2

La norma stabilisce la modalità del controllo dell'applicazione dei sistemi protettivi antincendio con sistemi in lastre, atte a verificarne la conformità alle specifiche di progetto, redatte in funzione dell'elemento da proteggere e del grado di resistenza richiesta. Sono riportati di seguito le principali verifiche da eseguire.

Procedura di controllo

Il controllo della conformità alle specifiche di progetto si attua, prima, durante e dopo la posa in opera del sistema protettivo in lastre, con le verifiche seguenti.

Verifiche sugli elementi costruttivi

Controllo della corrispondenza fra tipologia dell'elemento costruttivo in esame e la famiglia dell'elemento costruttivo indicato nella specifica di progetto.

Verifiche sui supporti

Controllo della corrispondenza fra le caratteristiche fisiche del supporto da proteggere e quelle riportate nella specifica di progetto. Verifiche sui prodotti del sistema protettivo in lastre

Controllo della corrispondenza fra parametri identificativi delle lastre antincendio e degli eventuali strati aggiuntivi di materiale coibente, costituenti il sistema protettivo in lastre in esame e quelli indicati nella specifica di progetto.

Verifiche sulle condizioni e modalità di applicazione

Controllo della corrispondenza fra le modalità di installazione dei materiali e applicazione dei prodotti riscontrate durante la posa in opera richiedono le seguenti verifiche:

bullet

- Controllo sullo strato delle lastre antincendio e degli eventuali strati aggiuntivi di materiale coibente da installare

bullet

- Controllo delle distanze (o intercapedini) fra sistema protettivo in lastre applicato e l'elemento costruttivo al quale il sistema stesso è fissato.

bullet

- Verifiche delle condizioni di posa e dei tempi di essiccamento dei sistemi per il trattamento dei giunti e/o finitura se richiesti. Verifiche sulle proprietà del sistema protettivo in lastre

Controllo della corrispondenza fra proprietà del sistema protettivo in lastre posato in opera (spessore, massa volumica delle lastre antincendio e degli eventuali strati aggiuntivi di materiale coibente, che costituiscono il sistema protettivo in lastre in esame e i corrispondenti valori nominali indicati nella specifica di progetto.

Verifiche sui sistemi di trattamento dei giunti e/o di finitura

Controllo della corrispondenza fra tipologia e natura degli eventuali sistemi di trattamento dei giunti e/o trattamenti di finitura applicati e quelli indicati nella specifica di progetto.

Verifiche sugli accessori di montaggio

Controllo di corrispondenza fra tipologia, natura e dimensioni minime degli accessori di montaggio impiegati  quelli indicati nella specifica di progetto.

 

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In ottemperanza agli obblighi previsti dalla legge 124/2017 e dal DL 34/2019

Gli aiuti di Stato e gli aiuti de minimis ricevuti sono contenuti nel Registro nazionale degli aiuti di Stato di cui all’art. 52 della L. 234/2012” e consultabili al seguente link, inserendo come chiave di ricerca nel campo
CODICE FISCALE:NTNBRN62E58E730A
https://www.rna.gov.it/RegistroNazionaleTrasparenza/faces/pages/TrasparenzaAiuto.jspx