| |
Principi generali di prevenzione
incendi |
Con il
termine "Prevenzione Incendi", si intende in genere definire una serie di
attività e dispositivi atti a ridurre le possibilità dl innesco
dell'incendio e nel caso di un suo sviluppo contenerne gli effetti, ed
assicurare l'evacuazione degli occupanti e la sicurezza delle squadre di
soccorso.
Per quanto riguarda i "dispositivi" di prevenzione incendi distinguiamo
due concetti progettuali diversi:
| • la protezione attiva che riguarda tutti quei dispositivi che
innescano dei meccanismi di protezione antincendio, quali E, esempio
estintori, idranti, sprinkler, evacuatori di fumo e calore, rilevatori. |
| • la protezione passiva che riguarda la progettazione edilizia
dell'edificio, attuando tecniche costruttive e materiali atti a ridurre
le possibilità di innesco degli incendi, attraverso l'utilizzo di
materiali non infiammabili o meglio non combustibili e nel caso di un suo
sviluppo contenerne la propagazione attraverso una progettazione mirata
all'utilizzo di strutture resistenti al fuoco e l'individuazione di
compartimenti resistenti al fuoco. |
|
Protezione Antincendio |
La normativa internazionale e
italiana considera due concetti fondamentali: la Reazione e la Resistenza al
fuoco. II concetto _: Reazione al fuoco esprime l'esigenza di intervenire
nella fase di innesco dell'incendio in funzione della infiammabilità dei
materiali. II concetto di Resistenza al fuoco esprime invece l'esigenza di
intervenire nella fase dell'incendio generalizzato attravers= la
progettazione di strutture e componenti edilizi che abbiano una resistenza
al fuoco in funzione del potere calorifico e de _ quantità dei materiali
combustibili presenti nell'edificio. |
Reazione al fuoco |
La Reazione al fuoco è definita come "il
grado di partecipazione di un materiale al fuoco cui viene sottoposto". In
Italia è disciplinata dal D.M. 26-06-84 "Classificazione di reazione al
fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi '=
D.M. 03-09-2001 i quali classificano i materiali come nella tabella
sottoriportata e ne determinano le modalità di prova. |
Classi di reazione al fuoco come
definite dal D.M. 26/06/1984
Classe
|
Definizione |
0 |
Materiale incombustibile |
1 |
Materiale non infiammabile |
2 |
Materiale difficilmente
infiammabile |
3 |
Materiale mediamente
infiammabile |
4 |
Materiale facilmente
infiammabile |
5 |
Materiale altamente
infiammabile |
Tale decreto e' stato recentemente sostituito dal DECRETO 10 marzo 2005
"Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi
nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso
d'incendio" che definisce le nuove classi di reazione al fuoco recependo
direttive europee 89/106/CEE del 21 dicembre 1988, distinguendo prodotti
utilizzati per uso parete, sofffitto e pavimento. |
Classi di reazione al fuoco pareti
e soffitti secondo EX 13501/1
Classe |
Norma |
A1 |
EN ISO 1182 EN ISO 1716 |
A1-s1-d0
A1-s2-d0
A1-s3-d0 |
A1-s1-d1
A1-s2-d1
A1-s3-d1 |
A1-s1-d2
A1-s2-d2
A1-s3-d2 |
EN ISO 1182 EN ISO 1716 EN
13823 |
B-s1-d0
B-s2-d0
B-s3-d0 |
B-s1-d1
B-s2-d1
B-s3-d1 |
B-s1-d2
B-s2-d2
B-s3-d2 |
EN 13823 EN ISO 11925 |
C-s1-d0
C-s2-d0
C-s3-d0 |
C-s1-d1
C-s2-d1
C-s3-d1 |
C-s1-d2
C-s2-d2
C-s3-d2 |
EN 13823 EN ISO 11925-2 |
D-s1-d0
D-s2-d0
D-s3-d0 |
D-s1-d1
D-s2-d1
D-s3-d1 |
D-s1-d2
D-s2-d2
D-s3-d2 |
EN 13823 EN ISO 11925-2 |
E |
EN !SO 11925-2 |
E-d2 |
EN ISO 11925-2 |
F |
Reazione al fuoco non
determinata |
|
Classi di reazione al fuoco
pavimenti secondo EN 13501/1
Classe |
Norma |
A1FL |
|
A2FL-S1 |
A2FL-S2 |
EN
ISO 1 182 EN ISO 1716 EN ISO 9239-1
|
|
BFL-S1 |
BFL-S2 |
EN ISO 9239-1 EN ISO
11925-2
|
|
CFL-S1 |
CFL-S2 |
EN ISO 9239-1 EN ISO
11925-2
|
|
DFL-S1 |
DFL-S2 |
EN ISO 9239-1 EN ISO
11925-2
|
|
EFL |
|
Efl |
|
F |
Reazione al fuoco non
determinata
|
|
|
Ad Alcuni materiali riportati negli
elenchi di cui all'allegato C) del Decreto sopranpcratc e attr nuda la
classe di reazione al fuoco ivi specificata senza che debbano essere
sottoposti all'esecuzione delle relat:ve pro. e o reazione al fuoco.
|
ELENCO DEI
MATERIALI DA CONSIDERARE COME APPARTENENTI ALLE CLASSI A1 E Al 411 DI
REAZIONE AL FUOCO DI CUI ALLA DECISIONE 2000/147/CE SENZA DOVER ESSERE
SOTTOPOSTI A PROVE
MATERIALE |
OSSERVAZIONI
|
Argilla espansa |
|
Perlite espansa |
|
Vermiculite espansa |
|
Lana di roccia |
|
Vetro multicellulare |
|
Calcestruzzo |
Include il calcestruzzo pronto per l'uso
e prodotti prefabbricati in cemento armato o in calcestruzzo
compresso |
Calcestruzzo in granuli (granulati
minerali leggeri a bassa densità. ad
eccezione dell'isolamento termico integrale) |
Può contenere aggiunte e
additivi (come le ceneri volanti) pigmenti e altri materiali. Comprende
elementi prefabbricati |
Elementi in cemento cellulare trattati
in autoclave |
Elementi costituiti di leganti
idraulici, come il cemento e/o la calce mescolati a materiali
fini (materiali silicei, ceneri volanti, loppa dl altoforno) e
materiali cellulari. Comprende elementi
prefabbricati. |
Fibrocemento |
|
Cemento |
|
Calce |
|
Loppa di forno/ceneri volanti |
|
Aggregato minerale |
|
Ferro, acciaio e acciaio inossidabile |
Non in forme finemente sminuzzate |
Rame e leghe di rame |
Non in forme finemente sminuzzate |
Zinco e leghe di zinco |
Non in forme finemente sminuzzate |
Alluminio e leghe di alluminio |
Non in forme finemente sminuzzate |
Piombo |
Non in forme finemente sminuzzate |
Gesso e malte a base di gesso |
Può
comprendere additivi (ritardanti, materiali di riempimento, fibre,
pigmenti, calce
idrata, agenti dl ritenuta dell'aria e dei
acqua, plastificanti), aggregati compatti (per esempio
sabbia naturale o fine) o aggregati leggeri (per esempio perlite o
vermiculite) |
Malta con agenti leganti inorganici |
Malte
per rinzaffo e intonaco, malte per massetti e malte per murature
contenenti uno o piu' agenti leganti inorganici, quali cemento,
calce, cemento per murature e
gesso. |
Elementi in argilla |
Elementi
in argilla o in altre materie argillose che contengono o meno sabbia,
combustibili o altri additivi. Comprende mattoni, pavimenti in
mattonelle ed elementi in
argilla refrattaria (per esempio rivestimenti
interni dei camini) |
Elementi in silicato di calcio |
Elementi
fabbricati a partire da un miscuglio di calce e di materiali
naturalmente silicei
(sabbia, ghiaia. rocce o miscuglio di questi
materiali). Possono includere pigmenti colorati. |
Prodotti in pietra naturale o in
ardesia |
Elementi
in ardesia o in pietre naturali lavorate o non (rocce magmatiche,
sedimentarie o metamorfiche). |
Elementi in gesso |
Comprende
blocchi e altri elementi a base di solfato dl calcio e di acqua
contenenti
eventualmente fibre, materiali di riempimento,
aggregati e altri additivi, può essere
colorato con pigmenti. |
Mosaico alla palladiana |
Include
mattonelle prefabbricate e pavimentazione in sito. |
Vetro |
Vetro temprato, vetro temprato chimicamente,
vetro stratificato e vetro armato. |
Vetroceramica |
Vetroceramica che comprende una fase cristallina
e una residua. |
Ceramica |
Comprende
i prodotti in polvere di argilla pressata, i prodotti estrusi,
vetrificati o meno. |
|
MATERIALI DA
COSTRUZIONE AI QUALI È ATTRIBUITA, SENZA DOVER ESSERE SOTTOPOSTI A PROVE,
LA CLASSE DI "REAZIONE AL FUOCO" IN RELAZIONE ALLE
CARATTERISTICHE TECNICHE SPECIFICATE
|
PANNELLI A BASE DI LEGNO
- CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO
Pannelli a
base di legno |
Riferimento al grado del
prodotto nella norma europea (NE) |
Densítà minima (Kg/mc) |
Spessore
minimo |
Classe x pareti e
soffitti |
Classe per pavimenti |
Pannelli
Agglomerati |
EN
312 |
600 |
9
|
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
fibre di
legno duro |
EN
622-2 |
900 |
6
|
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
fibre
dl legno medio |
EN
622-3 |
600 |
9 |
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
400 |
9 |
E,
pss |
EFL |
fibre di
legno dolce |
EN
622-4 |
250 |
9 |
E,
pass |
EFL |
Pannelli di
Fibre MDF |
EN 622-5 |
600 |
9 |
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
Pannelli
agglomerati con cemento |
EN
634-2 |
1000 |
10 |
B-s1
-d0 |
BFL-s1 |
OSB |
EN
300 |
600 |
9 |
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
Compensato |
EN
636 |
400 |
9 |
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
Pannelli
in legno massiccio |
EN
13353 |
400 |
12 |
D-s2-d0 |
DFL-s1 |
|
PANNELLI DI CARTONGESSO -
CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO
|
|
Anima di
gesso |
|
|
Pannelli in cartongesso |
Spessore nominale dei
pannelli (mm) |
Peso |
Classe di reazione al
fuoco |
Grammatura della carta
(g/mq) |
Classe (esclusi
materiali da pvimento) |
Conforme
alla EN 520 (escluso pannelli perforanti) |
>
= 9,5 |
>=
600 |
A1 |
=
< 220 |
A2-s1-d0 |
>
12.5 |
>
= 800 |
|
<
220 =< 300 |
B-s1-d0 |
|
Ai fini dell'impiego nelle opere in
cui è prescritta la classe di reazione al fuoco, i prodotti devono:
essere muniti della marcatura CE
e la classe di reazione al fuoco deve essere riportata nelle informazioni
che accompagnano la marcatura CE e nella documentazione di cui all'art. 10
del decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993, e successive
modifiche.
per i prodotti per i quali non è
applicata la procedura ai fini della marcatura CE - in assenza di
specificazioni tecniche durante il periodo di coesistenza - l'impiego
nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi è
subordinato all'omologazione rilasciata ai sensi dell'art. 8 del decreto
del Ministro dell'interno 26 giugno 1984 e successive modifiche, ovvero
alle
certificazioni emesse ai sensi dell'art. 10 del decreto medesimo.
per i prodotti di cui al precedente
allegato "C" qualora non sia ancora applicabile la procedura ai
fini della marcatura CE - in assenza delle specificazioni tecniche - non
è richiesta l'omologazione fatto salvo l'obbligo del produttore di
rilasciare - apposita dichiarazione di conformità del prodotto alle
caratteristiche di cui agli elenchi dello stesso allegato "C".
Ai
fini di adeguare le prescrizioni normative italiane alla nuova
classificazione è stato emanato il cosiddetto "decreto ponte" -
DECRETO 15 marzo 2005 "Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da
costruzione installati in attività disciplinate da specifiche
disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di
classificazione europeo". Tale decreto fornisce le tabelle di
equivalenza tra la vecchia a la nuova normativa oltre a fornire
prescrizioni più dettagliate.
|
Tabelle di equivalenza decreto
ponte
Classe italiana |
Classe europea |
Classe europea per le vie
d'esodo |
Classe 0 |
A1 FL |
A1 FL |
Classe 1 |
A2FL-S1 A2FL-S2 , BFL-S1 ,
BFL-S2 |
A2FL-S1 , BFL-S1 |
Classe 2 |
CFL-S1 , CFL-S2 |
|
Classe 3 |
DFL-S1 , DFL-S2 |
|
|
Tabella
2 - Impiego a parete
Classe italiana |
Classe europea |
Classe europea per le vie
d'esodo |
Classe 0 |
A1 A1L |
A1-A1L |
Classe 1 |
A2-s1-d0
B-s1-d0 |
A2-s2-d0
B-s2
-d0 |
A2-s3-d0
B-s1-d1 |
A2-s1-d1
B-S2-d1 |
A2-s2-d1 |
A2-s3-d1 |
A2-s1-d0
B-s1-d0 |
A2-s2-d0
B-s2-d0 |
A2-s1-d1
B-s1-d1 |
A2-s1-d1 |
Classe 2 |
A2-s1-d2
B-s3-d0
C-s1-d0 |
A2-s2-d2
B-s3-d1
C-s2-d0 |
A2-s3-d2
B-s1-d2
C-s1-d1 |
B-s2-d2
C-s2-d1 |
B-s3-d2 |
|
|
Classe 3 |
C-s3-d0
D-s1-d0 |
C-s3-d1
D-s2-d0 |
C-s1-d2
D-s1-d1 |
C-s2-d2
D-s2-d1 |
C-s3-d2 |
|
|
|
Tabella
2 - Impiego a soffitto
Classe italiana |
Classe europea |
Classe europea per le vie
d'esodo |
Classe 0 |
A1 A1L |
A1-A1L |
Classe 1 |
A2-s1-d0
B-s1-d0 |
A2-s2-d0
B-s2
-d0 |
A2-s3-d0 |
A2-s2-d1 |
A2-s3-d1 |
|
A2-s1-d0
B-s1-d0 |
A2-s2-d0
B-s2-d0 |
|
|
Classe 2 |
B-s3-d0 |
B-s1-d1 |
B-s2-d1 |
B-s3-d1 |
C-s1-d0 |
C-s2-d0 |
|
Classe 3 |
C-s3-d0 |
C-s1-d1 |
C-s2-d1 |
D-s1-d0 |
D-s2-d0 |
|
|
|
Per i materiali isolanti
vengono fornite una serie di prescrizioni in relazione all'impiego in vie
d'esodo oppure in altri ambienti e in base al tipo di posa in opera con
materiale isolante "direttamente esposto alle fiamme" o
"non direttamente esposto alle fiamme" oppure se il paramento
possiede caratteristiche di resistenza al fuoco EI 30.
|
La resistenza
al fuoco |
Per Resistenza al fuoco si intende
l'attitudine di un elemento da costruzione, a conservare per un periodo
determinato la resistenza meccanica "R", la tenuta ai fumi e
alle fiamme "E" e l'isolamento termico "I". In Italia
la resistenza al fuoco è disciplinata dalla "Circolare n. 91 del
14/09/1961 del Ministero dell'Interno Direzione Generale dei Servizi
Antincendio, tale norma disciplina le modalità sperimentali da eseguirsi
su ogni manufatto edilizio ad eccezione delle porte, le quali sono
regolamentate dal D.M. 14!12/1993, (che recepisce la norma UNI 9723): le
porte, sono gli unici manufatti, nel settore della resistenza al fuoco,
soggetti ad omologazione ministeriale.
La "Circolare 91 " fornisce
la curva Temperatura-Tempo a cui esporre i manufatti oggetto di prova. La
classificazione avviene sostanzialmente secondo il tempo di resistenza al
fuoco del componente o elemento della costruzione. I criteri in base ai
quali viene considerato raggiunto il tempo di resistenza al fuoco sono
dati dalla perdita di capacità strutturale "R", dalla rottura
della continuità dell'elemento, con perdita di tenuta "E" e
dall'aumento della temperatura della superficie del componente opposta a
quella esposta al fuoco, con perdita del requisito di isolamento
"I" (temperatura media limite di 150 C°). La sigla REI è stata
introdotta successivamente alla "Circolare 91", con la Lettera
Circolare del 20/11/'1982 e successivamente resa operativa col D.M.
30/11/1983 "Termini, definizioni generali e simboli grafici di
prevenzione incendi".
In base al tipo di componente edilizio
vengono determinate le caratteristiche sopracitate, ad esempio: • per
gli elementi strutturali (travi pilastri e coperture)si determina la sola
caratteristica "R"
• per alcuni setti la caratteristica
"RE"
• per elementi di compartimentazione
la caratteristica "REI". |
Classi di resistenza al
fuoco
Classe di resistenza al fuoco R,
RE o REI |
Resistenza al fuoco in minuti |
15 |
> 15 |
30 |
> 30 |
45 |
> 45 |
60 |
> 60 |
90 |
> 90 |
120 |
> 120 |
180 |
> 180 |
|
Curva di riscaldamento "circolare 91" del
14/09/1961 |
Metodi per la
determinazione sperimentale delle classi di resistenza al fuoco |
I metodi consentiti dalla normativa
italiana per la determinazione della resistenza al fuoco delle strutture e
dei componenti sono 3:
|
metodo Sperimentale |
|
metodo Tabellare |
|
metodo Analitico
|
METODO
SPERIMENTALE
Le prove devono essere eseguite in
laboratori espressamente autorizzati dal Ministero dell'interno ed
eseguite in conformità alla "Circolare 91" del 14/09/1961. La
certificazione della Classe di Resistenza al Fuoco si riferisce al
campione sottoposto a prova, nelle dimensioni indicate al punto 2.4 della
Circ. 91: tale campione è ritenuto rappresentativo degli elementi di
effettivo =no nella costruzione. Il certificato rilasciato da un
laboratorio autorizzato dal M.I. non ha scadenza, e non è soggetto ad
omologazione, non costituendo per quanto detto una autorizzazione a
riprodurre il campione provato in base alla norma UNI 9723. Fanno eccezione,
come sopra riportato, i componenti di chiusura (porte), per i quali sono
previste prove, criteri dimensionali per l'estensione dei risultati
ed una procedura omologativa: in pratica è necessario omologare il
sistema completo costituito dal serramento e dal supporto al quale è
fissato, con l'obbligo di eseguire la posa in opera utilizzando tutto ciò
(sistemi e materiali) che è previsto nel certificato di prova.
METODO
TABELLARE
La "Circolare 91 " del
14/09/1961 fornisce una serie di tabelle che riportano i valori di
resistenza al fuoco di diversi componenti in assenza di prove
sperimentali:
|
pareti - tabella 2 - (i valori
riportati sono da considerarsi come classi di resistenza al fuoco
"REI")
|
|
solai - tabella 3 - (i valori
riportati sono da considerarsi come classi di resistenza al fuoco
"REI")
|
|
travi ed elementi soggetti a
flessione e trazione - tabella 4 - (i valori riportati sono da
considerarsi come classi di resistenza al fuoco "R") |
|
TABELLA
2 - "Circolare 91" 14-09-1961 - Spessori delle pareti
tagliafuoco
Tipo di parete
|
Spessore minimo in cm,
escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici
|
15
|
30
|
45
|
60
|
90
|
120
|
180
|
Laterizi pieni con intonaco
normale
|
6
|
13
|
13
|
13
|
26
|
26
|
26
|
Laterizi pieni con intonaco
isolante
|
6
|
6
|
6
|
13
|
13
|
26
|
26
|
Laterizi forati con intonaco
normale
|
6
|
10
|
14
|
20
|
30
|
30
|
30
|
Laterizi forati con intonaco
isolante
|
6
|
6
|
6
|
10
|
10
|
14
|
20
|
Calcestruzzo normale
|
8
|
8
|
10
|
10
|
10
|
12
|
16
|
Calcestruzzo leggero (con
isolante tipo pomice, perlite, scorie o simili)
|
8
|
8
|
8
|
8 |
8 |
10
|
10
|
NOTA:
Per intonaco Isolante s'intende un intonaco a base di gesso,
vermiculite, perlite o simili Gli spessori di intonaco isolante su
laterizi forati dovranno. te ,,arie classi, corrispondere al
valori previsti nella tabella 5, mentre per I laterizi pieni gli
spessori saranno ridotti alla metà del valori della stessa
tabella |
|
TABELLA 3 - "Circolare
91" 14-09-1961 - Spessore minimo dei solai
|
Spessore minimo comprensivo
della coppa dei pavimento non combustibile e dei soffitto quando
questo è applicato alla soletta, espresso in cm per le seguenti
classi di edifici
|
Tipo di struttura
|
15
|
30
|
45
|
60
|
90
|
120
|
180
|
SOLETTA IN C.A.
|
|
intonaco normale (1,5 cm)
|
10
|
10
|
12
|
14
|
16
|
20
|
20
|
intonaco isolante (1,5 cm)
|
10
|
10
|
12
|
14
|
14
|
16
|
16
|
idem con soffitto sospeso
|
8
|
8
|
10
|
12
|
12
|
14
|
14
|
SOLAIO IN LATERIZIO ARMATO
|
|
Intonaco normale (1,5 cm)
|
16
|
16
|
20
|
24
|
24
|
30
|
30
|
Intonaco Isolante (1.5 cm)
|
14
|
14
|
18
|
18
|
20
|
24
|
24
|
Idem con Soffitto sospeso
|
12
|
12
|
16
|
16
|
18
|
22
|
22
|
ELEMENTI IN C.A. PRECOMPRESSO
|
|
intonaco normale (1,5 cm)
|
16
|
16
|
20
|
24
|
24
|
30
|
30
|
Idem con intonaco isolante (1,5
cm)
|
14
|
14
|
18
|
2 0)
|
24
|
24
|
24
|
Idem con soffitto sospeso
|
12
|
12
|
16
|
16
|
18
|
22
|
22
|
NOTA:
Lo spessore del rivestimento dell'armatura in acciaio pre-teso non
deve essere Inferiore né al minimo prescritto dal Regolamento per
le opere in c.a. (3 cm) nè allo allo spessore specificato per le
singole classi dalla Tabella 4 per l'intonaco di cemento. |
|
TABELLA 4 - "Circolare
91" 14-09-1961 - Spessori minimi di rivestimento per elementi
sollecitati a flessione o trazione
|
Spessore minimo in cm,
escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici
|
Tipo di struttura
|
15
|
30
|
45
|
60
|
90
|
120
|
180
|
Travi principali e secondarle
|
(1)
|
(2)
|
(3)
|
(3)
|
(3)
|
(3)
|
(3)
|
SOLAI METALLICI CONTINUI
|
|
con riempimento in calcestruzzo
e senza intonaco
|
(4)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
Idem con vernice isolante
|
(4)
|
(4)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
(5)
|
idem con intonaco normale
|
0
|
2,00
|
2,50
|
3,25
|
4,50
|
|
|
Idem con intonaco isolante
|
0
|
1,00
|
1,75
|
2,50
|
3,00
|
3,70
|
4,50
|
Idem con intonaco normale
sospeso
|
0
|
1,50
|
2,00
|
2,50
|
3,00
|
3,50
|
4,00
|
Idem con intonaco isolate
sospeso
|
0
|
1,00
|
1,50
|
2,00
|
2,25
|
2,75
|
3,00
|
idem con soffitto isolante
sospeso
|
0
|
0,75
|
1,50
|
2,00
|
2,25
|
2,75
|
3,OC
|
NOTA: (1) nessun rivestimento - (2)
nessun rivestimento se le ali sono riempite con calcestruzzo di cemento
(3) rivestimento pari almeno al 85% dello spessore richiesto per le
colonne - (4) ammesso - (5) escluso
|
TABELLA 5 - "Circolare
91" 14-09-1961 - Spessore dei rivestimenti da applicarsi alle
strutture metalliche
|
Spessore minimo in cm,
escluso l'intonaco per le seguenti classi di edifici
|
Tipo di rivestimento
|
15
|
30
|
45
|
60
|
90
|
120
|
180
|
Osservazioni
|
Vernici isolanti autoespandenti
|
(2)
|
(3)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
Tipi da determinare
|
Semplice riempimento in
calcestruzzo tra le ali e nell'interno di una sezione chiusa
(profilati e tubi)
|
(2)
|
(3)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
(1)
|
|
Intonaco di cemento ,
cemento/calce, calce/gesso su rete o metallo stirato
|
0
|
2,00
|
2,50
|
3,25
|
4,50
|
5,75
|
|
Rapporti di miscelazione con
sabbia:
|
1:5 fino 1:4 |
|
1:0 fino 2:3 |
|
1:0 fino 2:3
|
|
INTONACO DI:
|
sabbia/gesso
|
0
|
1,50
|
2,25
|
3,00
|
4,25
|
5,25
|
|
1:1 fino a 3:
|
vermiculite/gesso
|
0
|
1,75
|
2,25
|
2,50
|
3,25
|
3,75
|
5,25
|
1:4
|
vermicu1ite/cemento
|
0
|
1,25
|
1,75
|
2,25
|
3,00
|
3,75
|
4,75
|
1:4
|
perlite/ gesso su rete o metallo
stirato
|
0
|
1,25
|
1,50
|
2,00
|
3,00
|
3,75
|
5,75
|
1:4
|
Intonaco di amianto su rete
Stauss
o direttamente sull'acciaio
|
0
|
0,5
|
1
|
1,75
|
2,75
|
4
|
6,25
|
|
Miscela di fibre minerali su
lamiera striata
|
0
|
1,25
|
1,75
|
2,25
|
4
|
5,25
|
7,75
|
|
Lastre di gesso
|
0
|
0,75
|
1,75
|
3
|
5
|
7,25
|
8
|
|
INTONACO DI:
|
cemento/vermiculite
|
0
|
1,75
|
2,25
|
2,50
|
3,00
|
4,00
|
5,50
|
|
calcestruzzo
leggero (come da tabella 2)
|
0
|
1,75
|
2,15
|
2,50
|
3,00
|
4,00
|
5,00
|
|
lastra fibra
di amianto
|
0
|
1,50
|
2,00
|
2,50
|
3,00
|
4,00
|
5,00
|
|
mattoni forati
a più serie di fori
|
0
|
5,50
|
8,00
|
8,00
|
9,00
|
10,00
|
13,00
|
|
mattoni forati ad una serie di
fori
|
0
|
6,50
|
7,50
|
8,50
|
10,75
|
12,75
|
|
|
elementi in in conglomerato
leggero
|
0
|
2,50
|
2,50
|
2,50
|
4,00
|
5,25
|
8,00
|
|
elementi in vermiculite/cemento
|
0
|
1,50
|
2,00
|
2,50
|
3,00
|
4,00
|
5,00
|
|
lastre ed elementi
in gesso
|
I 0
|
I 1,00
|
I 2,00
|
I 2,50
|
I 3,00
|
I 3,50
|
I 4,00
|
|
calcestruzzo normale
|
0
|
1,50
|
2,50
|
I 3,00
|
I 3,50
|
I 4,50
|
I 6,00
|
|
,NOTA : (1)Escluso - (2) Non
occorre - (3) Sufficiente
ALTRE TABELLE
Tabelle costruite su dati sperimentali
o su calcoli analitici, sono valide per un'ampia casistica di elementi.
METODO
ANALITICO
Col D.M. 04/05/1998 i metodi analitici
sono entrati a fa parte dei metodi per la certificazione della resistenza
al fuoco delle strutture. Citiamo le norme:
|
UNI 9502 per le strutture in
conglomerato cementizio normale e precompresso |
|
UNI 9503 per le strutture
in acciaio
|
|
UNI 9504 per le strutture in legno
|
Tale metodologia puo' essere
utilizzata solamente da tecnici iscritti negli elenchi del Ministero
dell'Interno di cui alla Legge n. 818 del 07/'12/1984 e relativo D.M.
25/03/1985 |
MODALITA DI
CONTROLLO DELL'APPLICAZIONE PER SISTEMI LASTRE - UN! 10898-2
La norma stabilisce la modalità del
controllo dell'applicazione dei sistemi protettivi antincendio con sistemi
in lastre, atte a verificarne la conformità alle specifiche di progetto,
redatte in funzione dell'elemento da proteggere e del grado di resistenza
richiesta. Sono riportati di seguito le principali verifiche da eseguire.
Procedura di
controllo
Il controllo della conformità alle
specifiche di progetto si attua, prima, durante e dopo la posa in opera
del sistema protettivo in lastre, con le verifiche seguenti.
Verifiche
sugli elementi costruttivi
Controllo della corrispondenza fra
tipologia dell'elemento costruttivo in esame e la famiglia dell'elemento
costruttivo indicato nella specifica di progetto.
Verifiche sui
supporti
Controllo della corrispondenza fra le
caratteristiche fisiche del supporto da proteggere e quelle riportate
nella specifica di progetto. Verifiche sui prodotti del sistema protettivo
in lastre
Controllo della corrispondenza fra
parametri identificativi delle lastre antincendio e degli eventuali strati
aggiuntivi di materiale coibente, costituenti il sistema protettivo in
lastre in esame e quelli indicati nella specifica di progetto.
Verifiche
sulle condizioni e modalità di applicazione
Controllo della corrispondenza fra le
modalità di installazione dei materiali e applicazione dei prodotti
riscontrate durante la posa in opera richiedono le seguenti verifiche:
|
- Controllo sullo strato delle
lastre antincendio e degli eventuali strati aggiuntivi di materiale
coibente da installare
|
|
- Controllo delle distanze (o
intercapedini) fra sistema protettivo in lastre applicato e l'elemento
costruttivo al quale il sistema stesso è fissato.
|
|
- Verifiche delle condizioni di
posa e dei tempi di essiccamento dei sistemi per il trattamento dei
giunti e/o finitura se richiesti. Verifiche sulle proprietà del
sistema protettivo in lastre
|
Controllo della corrispondenza fra
proprietà del sistema protettivo in lastre posato in opera (spessore,
massa volumica delle lastre antincendio e degli eventuali strati
aggiuntivi di materiale coibente, che costituiscono il sistema protettivo
in lastre in esame e i corrispondenti valori nominali indicati nella
specifica di progetto.
Verifiche sui
sistemi di trattamento dei giunti e/o di finitura
Controllo della corrispondenza fra
tipologia e natura degli eventuali sistemi di trattamento dei giunti e/o
trattamenti di finitura applicati e quelli indicati nella specifica di
progetto.
Verifiche
sugli accessori di montaggio
Controllo
di corrispondenza fra tipologia, natura e dimensioni minime degli
accessori di montaggio impiegati quelli indicati nella specifica di
progetto. |
|